


Poi bisogna prendere la funivia per passare sopra al fiume Gauja. Se siete dei temerari è possibile fare un pezzo di tratta sopra la cabina…non so come spiegarvelo, metto una foto che ho trovato su Google…
Questo aggeggio viene trascinato dalla cabina e praticamente ci si trova appesi per delle corde sopra una gola allucinante. La cosa ancor più agghiacciante è che a metà percorso si viene lasciati a penzoloni e si deve aspettare che la funivia torni indietro e “rimorchi” questa specie di deltaplano, facendo fare agli impavidi la tratta in retromarcia. Se siete a caccia di adrenalina, è anche possibile, nello stesso posto, fare il bungee jumping. Noi comunque banalmente l’abbiamo fatto dentro la cabina.
Sempre camminando in un tracciato tutto sommato comodo si arriva poi alle rovine del castello di Krimulda. Io le ho trovate estremamente romantiche, sarà che mi ricordano un quadro di Caspar David Friedrich.
Dopo una mezz’ora di strada in leggera discesa, sempre passeggiando su un sentiero comodo e battuto, si arriva alla Gūtmaņa ala, una grotta legata alla leggenda della Rosa di Turaida:
“A Turaida, una piccola località della Lettonia, c’è un castello e tra le sue stanze vive ancora la leggenda della bellissima Maija, “la Rosa di Turaida”.
Era il 1601 quando la piccola Maja venne trovata dopo un’aspra battaglia, tra le braccia della madre senza vita. Venne portata e allevata nel Castello dove crebbe, diventando una fanciulla di una bellezza unica, corteggiata da uomini provenienti da luoghi vicini e lontani, dove pure era giunta la sua fama.
La fanciulla attrasse però anche le attenzioni di un nobile polacco che ne chiese la mano, ma il cuore di Maja batteva solo per Victor, il giovane giardiniere di corte del Castello.
Il nobile, vistosi rifiutato la rapì portandola nella grotta di Gutman, dove Maija però alla sua sottomissione e ai suoi desideri preferì la morte.
Portava sempre uno scialle Maija e finse che fosse magico e che avrebbe reso immortale chiunque lo indossasse invitando l’uomo a provarne i poteri.
Questi, sfoderando la spada la uccise, decapitandola.
Maija ora è libera, e il suo amore eterno e fedele verso il suo amato, sono diventati una leggenda.
La tomba della Rosa di Turaida, all’ombra del rigoglioso tiglio piantato da Victor sono oggi la meta preferita dalle giovani coppie che si dichiarano amore eterno”. (presa dal sito http://www.vertexenterprise.it/la-leggenda-da-maija-la-rosa-di-turaida/).
Da qui, da un punto di vista “escursionistico” le cose si fanno un po’ più complesse: per arrivare al castello il percorso è lungo e non proprio comodissimo; per lunghi tratti dovrete fare su e giù nel bosco con delle scale di legno (vedi foto) e a tratti il sentiero è abbastanza scomodo. Niente di proibitivo, però non esattamente alla portata di tutti.
Il Castello di Turaida non lo abbiamo visitato, perché le tempistiche iniziavano a diventare strette per il rientro e da fuori non è che si veda molto, essendo circondato da un grande parco. Questa è la visuale migliore che si riesce ad avere arrivando dal bosco.
Dopodiché, abbastanza provati, o quantomeno parlo per me, dalla camminata abbiamo deciso di prendere un bus per tornare alla stazione di Sigulda, riprendere il treno e rientrare a Riga. Il giovedì ci siamo goduti con calma un’altra mezza giornata nella capitale lettone, poi nel primo pomeriggio abbiamo preso il “solito” comodissimo pullman Lux Express al costo di circa 20€ a testa con destinazione, dopo circa 4 ore, l’ultima tappa di questo viaggio baltico: Tallinn, capitale dell’Estonia. Prossimamente l’ultimo capitolo, la città che a me personalmente è piaciuta di più.