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Archivi del mese: ottobre 2009
Nichilismo
Più e più volte mi sono sentita etichettare come nichilista ed ho imparato a prenderlo come un complimento. Ci sono dei vantaggi ad essere nichilisti, innanzitutto non fare questioni di principio, che spesso sono solo delle scuse per evitare di affrontare di petto le situazioni. Eppure, purtroppo, io sono una nichilista dimezzata. E’ colpa di un difetto di fabbrica intrinseco che mi porto appresso: l’incapacità di vivere le cose alla leggera. Io prendo tutto dannatamente sul serio e ci resto male per le più piccole stupidate, forse anche perché sono parecchio egocentrica e mi sento tirata in causa anche nelle inezie. Sono una nichilista dimezzata perché da una parte non ho un carattere forte a sufficienza per subire le inevitabili delusioni che comporta dedicarsi pienamente ad una cosa, dall’altro lato però non riesco ad abbandonarmi completamente alle conseguenze di un vero e proprio nichilismo a 360 gradi. E così come, secondo Merleau-Ponty, la filosofia “zoppica”, tenendo un “piede” nella storia e uno nell’originalità di pensiero, così io mi ritrovo a barcollare tra la più totale incapacità di avere fede nelle cose e un disperato bisogno di affidarmi ad una causa, qualsiasi essa sia. Mah…sarà forse che questa lunga apnea nell’universo karamazoviano mi mette davanti a questioni e interrogativi piuttosto angoscianti. Ad esempio, il capitolo intitolato Il Grande Inquisitore, solleva questioni talmente dense di riflessioni e contenuti che è impossibile non restare impantanati in ragionamenti contorti. Forse il problema è questo…sono un piccolo Ivan Karamazov alla ricerca di stabilità.
Uffff
Sento il disperato bisogno di una valvola di sfogo, quindi mi ritrovo a picchiettare sui tasti della tastiera, con le mani e i piedi quasi gelati e una sgradevole sensazione di schifo tra le ossa.
Come sempre inizio a scrivere e non so bene dove andare a parare, ma intanto vado avanti.
Quello che sento è il vuoto che mi attanaglia lo stomaco, la desolazione di una pena inesplicabile che mi brucia le sinapsi e mi chiude la gola. Mi sento stanca, completamente esausta ed esaurita e non dovrei stare così, perché non c’è una vera ragione plausibile per cui io debba sentirmi così di schifo. Eppure ci sto.
Mi sembra sia peggio ogni volta…ogni volta che rientro dalla porta di “casa” dopo essere uscita dalla regione mi piglia lo scoramento. Quando il treno imbocca la valle dell’Adige e le montagne iniziano ad alzarsi sento il senso di claustrofobia e immancabile sale dentro me la convinzione di essere un criceto su una ruota o qualcuno che cerca di raggiungere l’orizzonte correndo su un tapis-roulant.
Troppo freddo alle mani…meglio tenerle in tasca va’.
Forse comunque il problema è solo che mi manca allungare le gambe nel letto e sentire i piedi di Tatolo. Passerà, anche se mi incidono le pelle ad ogni ticchettio, le lancette dell’orologio girano inesorabilmente. E intanto me ne sto qui “col peso del mio essere me ben legato sulla schiena ghiacciata” (cit. :*)