“Lo sguardo
è una scelta. Chi guarda decide di soffermarsi su una determinata cosa ed
escludere dunque dall’attenzione tutto il resto del proprio campo visivo. In questo senso, lo sguardo, che è l’essenza della vita, è prima di tutto un
rifiuto. Vivere vuol dire rifiutare. Chi accetta ogni cosa non è più vivo
dell’orifizio di un lavandino”
A. Nothomb, La metafisica dei tubi
L’avevo preannunciato che avrei
scritto qualcosa su uno dei miei amori letterari attuali e quale modo migliore
c’è, se non riportare una sua citazione, per rendere omaggio ad un autore? In
generale, ognuno dei libri che io ho letto della Nothomb mi è piaciuto
incredibilmente, questa donna sa essere contemporaneamente profonda e leggera,
dolce e amara, crudelmente realista e soavemente fantasiosa. Menzione
particolare tra i suoi scritti che io ho letto, al momento, (gli altri
sono Antichrista, Igiene dell’assassino, Il dizionario dei nomi
propri) meritano il libro da cui è tratta la citazione e lo splendido Sabotaggio d’amore. Nel primo, la
Nothomb narra, a modo suo, gli anni iniziali della sua vita,
trascorsi con la famiglia in Giappone, al seguito del padre console
dell’ambasciata belga. Il secondo parla dell’infanzia trascorsa in Cina e del
suo primo travolgente e assolutamente non convenzionale amore.
Ad ogni modo, tra le decine di
frasi memorabili, che avrei potuto pescare nel repertorio di questa
mostruosamente brava scrittrice, ho scelto questa per un motivo ben preciso. Le
esperienze di vita mi hanno portato a dare un’importanza capitale allo sguardo
delle persone. Io non so se sia vero che gli occhi non mentono, o se tutte
quelle frasi fatte riguardo all’argomento siano realistiche, ciò che io so (ed
è una della pochissime cose che so di sapere), è che certi sguardi uccidono. I
problemi più contorti della mia povera testolina incasinata, hanno avuto
origine grazie ad (e ci terrei a sottolineare, non “per colpa di”) un violentissimo
scontro di visuali, nel momento in cui i miei occhi hanno impattato contro quelli, in quel urto qualcosa è andato
in frantumi e da quella rottura, da quella fine, tutto il resto è iniziato.
Bene…alla luce di questo,
rileggete la citazione che inaugura l’intervento e rendetevi conto del perché
ho scelto questa! Il mio lato egocentrico, o meglio, il mio incondizionato
egocentrismo, si sono saziati leggendo quelle parole…mi esalta pensare, che quello “scontro di visuali” abbia fatto
cessare, seppur per un insignificante istante, l’importanza del mondo esterno
alle traiettorie delle nostre reciproche iridi. Scusatemi, e non giudicatemi
più pazza del dovuto. Il fatto è che certi eventi stupidi, assumono nelle
nostre vite una rilevanza che non si può razionalmente spiegare. A volte,
lascia una traccia più indelebile una piuma che non uno scalpello. Dato che a
questo punto del discorso ci sta bene, concludo con un’altra citazione di
Amelie Nothomb, da Igiene dell’Assassino
“L’amore non ha senso ed è per questo
che è sacro”.