Archivi del mese: aprile 2011

Stay-Hurts

Così…post al volo perché sono totalmente innamorata di questa canzone ed era un bel po’ che non avevo una “dipendenza” musicale così forte

My whole life waiting for the right time 
To tell you how I feel. 
Know I try to tell you that I need you. 
Here I am without you. 
I feel so lost but what can I do? 
‘Cause I know this love seems real 
But I don’t know how to feel. 

We say goodbye in the pouring rain 

And I break down as you walk away. 
Stay, stay. 
‘Cause all my life I felt this way 
But I could never find the words to say 
Stay, stay. 

Alright, everything is alright 
Since you came along 
And before you 
I had nowhere to run to 
Nothing to hold on to 
I came so close to giving it up. 
And I wonder if you know 
How it feels to let you go? 

You say goodbye in the pouring rain 
And I break down as you walk away. 
Stay, stay. 
‘Cause all my life I felt this way 
But I could never find the words to say 
Stay, stay. 

So you change your mind 
And say you’re mine. 
Don’t leave tonight 
Stay. 

Say goodbye in the pouring rain 
And I break down as you walk away. 
Stay, stay. 
‘Cause all my life I felt this way 
But I could never find the words to say 
Stay, stay. 

Stay with me, stay with me, 
Stay with me, stay with me, 
Stay, stay, stay, stay with me.

Voto plurimo?

Il mio adoratissimo John Stuart Mill l’aveva vista lunga già nel lontano 1861, nelle sue Consideration on Representative Government: la democrazia come “puro” governo del popolo espone lo Stato al rischio reale di trovarsi nelle mani della massa incolta, in balia dei suoi desideri, dei suoi umori…della sua becera influenzabilità soprattutto. In un sistema come quello italiano, in cui un solo uomo ha un controllo diretto o indiretto su una percentuale spaventosa dei mass media, come si può pensare che la gente usi la propria testa per decidere ciò che ritiene meglio? Come si può scegliere chi votare quando non si capisce nemmeno chi sta con chi e quali idee sostiene? Come si può scegliere chi votare quando tutto ciò che vediamo costantemente in tv, leggiamo sui giornali, sentiamo alla radio è soltanto la più vuota e sterile demagogia? Siamo un popolo stupido, pigro, privo di ideali, intriso di perbenismo a comando, giustizialismo sommario e battone. Un popolo contraddittorio, contemporaneamente bigotto e puttaniere. Un popolo soprattutto il cui livello intellettivo sta raggiungendo un baratro spaventoso. L’altro giorno stavo pensando che mentre qui (non esattamente qui in realtà, visto che 150 anni fa quelle in cui abito io ancora non erano terre italiane) si stava portando a termine la tanto sospirata Unità Nazionale, altri Stati già erano delle solide realtà democratiche. Ma non è questo il punto…il punto è che il voto rappresenta un’arma troppo potente per essere indiscriminatamente nella mani di tutti. Semplicemente parlare con quella lobotomizzata della mia vicina di casa ultra-sessantenne mi dà un’immagine straziante dell’elettorato italiano. Ed il motivo è semplice: non c’è possibilità di accedere ad una visione realistica della situazione del Paese tramite i canali “tradizionali”.  Per cui…un po’ per provocazione, un po’ per convinzione…mi chiedo se non sarebbe opportuno concedere un maggior “peso” in termini elettorali a quanti si informano attraverso la Rete. Attenzione! Non sto dicendo che non esistano berlusconiani online e che così ci sarebbe qualcun altro al Governo, sto solo dicendo che in qualche modo bisogna tamponare il fenomeno dei maledetti pensionati rincoglioniti (e non solo loro) che guardano solo Studio Aperto, Emilio Fede ed il tg di Rai 1. Sono un esercito incredibile di pecorelle robotiche che si bevono ogni panzanata vomitata dal digitale terrestre. Ognuno ha il diritto sacrosanto di avere una propria idea, ma ognuno ha altrettanto il dovere di accertarsi che le sue opinioni corrispondano alla situazione reale e per tanti, troppi italiani questo non lo fanno. Per pigrizia forse, ma anche per l’impossibilità di accedere ad un’informazione imparziale come può offrire il vasto oceano del WWW. Quindi il popolo del web, in quanto elettorato potenzialmente più consapevole, dovrebbe avere una rilevanza alle urne maggiore. Basta pensare al discorso referendum del 12 giugno: dove se ne parla? Online, con il passaparola, su facebook, su twitter, sui blog, praticamente solo lì. Discorso assurdo? Utopistico? Non cambierebbe nulla? Può darsi…ma sarebbe comunque un esperimento interessante per tastare quanto effettivamente sia influente l’egemonia mediatica del nostro premier.

P.s. nella “foto” è riportato uno stralcio della mia tesi di laurea, il ’49’ alla fine si riferisce alla nota a piè di pagina in cui è specificato da dove è tratto quanto scritto tra virgolette, ovvero da Considerazioni sul Governo Rappresentativo, J. S. Mill, Editori Riuniti, 1997, p. 138

Elucubrazioni

Ordunque…visto che oggi ben 4 persone sono capitate su questo blog alla ricerca del significato del termine “elucubrazioni” e visto che dopotutto questo è il titolo di questa mia pagina di delirio vediamo di dare una definizione. Allora, citando testualmente dal dizionario di italiano del sito del Corriere della Sera: elucubrazione [e-lu-cu-bra-zió-ne] s.f. Applicazione lunga e minuziosa della mente a un oggetto astratto SIN meditazione; usato anche in senso ironico o scherzoso”. Più in generale personalmente intendo con elucubrazione qualsiasi peregrinazione mentale senza una finalità pratica e/o precisa. Insomma, elucubrare vuol dire farsi dei gran segoni mentali. Potevo forse dare un titolo migliore? 🙂