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L’antipolitica ci ha rotto i coglioni!

E che caspiterina!

Non ne posso più…in corriera, le nonne, alla tv, al bar, in sala d’attesa del dentista, alla radio…tutti a spalare vagonate di cacca sui politici, sulla cosiddetta casta. Come se automaticamente uno eletto diventasse uno stronzo, come se un tenero agnellino si trasformasse automaticamente in lupo famelico arraffatore una volta arpionato un seggio da qualche parte.

E io proprio mi sono rotta le balle di questi discorsi generici tipicamente italioti. Perché oltre ad essere una nazione di 60 milioni (suppergiù) di ct della Nazionale di calcio, siamo anche 60 milioni di opinionisti di ‘sta gran cippa.

Tutto questo, ovviamente, senza essere minimamente informati di ciò che in realtà avviene sul territorio. Perché alla fine fa più figo vedere che si è “informati” sul Formigoni di turno. Perché alla fine l’indignazione è un bisogno ancestrale dell’uomo. Perché alla fine, e l’ho già detto “commentando” l’Amaca di Serra di un po’ di tempo fa, a dargli contro al corrotto di turno ci sentiamo tutti un po’ meno “sporchi”.

Ma la politica, vivaiddio non è questo. E ‘sta rassegnazione generalizzata m’ha davvero rotto i coglioni. Perché alla fine fa il “loro” gioco. Perché più gente si disaffezione alla politica, più potere hanno le mele marce, che fanno votare i loro “amichetti”.

E allora, combattiamola questa antipolitica di merda. Alziamo la testa. Siamo stati indotti da un’esimia testa di cazzo a credere che la politica sia varietà (ultimo episodio l’indecoroso show di cui tutti parlano), sia una buffonata, sia business, sia schifidume.

E invece, signori, ritroviamo la dignità di cittadini. “Usiamo” la democrazia rappresentativa. Arginiamo le mele marce esprimendo il nostro consenso per qualcuno che può davvero fare qualcosa. Non voglio fare propaganda politica, voglio fare propaganda ALLA Politica. Diffidate dal populismo del cavolo.

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It’s spring time

Da oggi non c’è solo la primavera araba, da oggi è un po’ primavera anche da noi. E anche se a livello nazionale nell’immediato futuro non cambierà niente (“quello lì” non si toglie di là neanche con le granate, preso dai suoi deliri, dalle sue teorie di cospirazioni e dalle sua dannatissime manie di protagonismo), quello che è uscito da queste amministrative mi sembra in generale abbastanza chiaro: la gente s’è davvero rotta le palle di questa non-politica e di questa classe dirigente al governo il cui unico scopo è parare il culo ad un anziano che sragiona. Non parliamo della figura di merda con Obama…parliamo di cose belle.Parliamo di un PDL che ha perso la sua città simbolo. Parliamo di un Berlusconi che ci ha messo la faccia e si è schierato in prima linea a gettare fango sull’avversario, che si vuol far passare per nemico, e le ha prese sonoramente. Parliamo di un’incapacità comunicativa di fondo, a cui in una qualche parte si deve questa sonora sconfitta alle urne. Perché diciamocelo, la strategia d’immagine della Moratti e dei suoi collaboratori ha fatto degli autogoal clamorosi. La più divertente e  risonante è forse quella di Red Ronnie, che ha addossato la colpa per la cancellazione di un concerto all’allora candidato, oggi ufficialmente sindaco, di Milano, parlando di “effetto Pisapia”. Questa boutade (a mio personalissimo avviso idiota ed insensata) ha dato il via a questo sito, in cui si possono trovare delle vere perle.

E alla luce di questa vittoria elettorale credo sia utile fare una riflessione sulle strategie di comunicazione, perché, ricollegandomi ad un mio post provocatorio di qualche tempo fa, mi sembra che la campagna elettorale di Pisapia sia la dimostrazione di come al giorno d’oggi sia importante bypassare i canali di comunicazione tradizionali, monopolizzati dal solito soggetto, a favore del meraviglioso oceano di internet. E’ lì che il candidato di centrosinistra ha saputo raccogliere consensi, Pisapia ha vinto su facebook, su twitter, sui blog, senza mai scendere al livello degli attaccabrighe sguinzagliati dal nostro Silvio nazionale, senza mai cedere allo scontro e alla polemica insensata. Ha vinto col dialogo, col confronto, con l’essere propositivo. Ha vinto facendo politica e non quella sterile demagogia, mirata a depauperare chi la pensa diversamente, piaga che ha minato l’edificio stesso della democrazia parlamentare italiana. Mai come in quest’occasione è stato evidente come l’ironia vinca sulla strategia del fango. Quindi…anche se il berlusconismo non è finito, anche se la via da percorrere è ancora lunga, è rasserenante questo segnale di risveglio degli italiani. Grazie a tutti i neo-eletti sindaci non berlusconiani, grazie soprattutto a Giuliano Pisapia, volto simbolo di questa giornata. Lui è la rondine che, seppur non fa ancora primavera, porta un po’ di tepore in questo freddo inverno della politica italiana. Ma non perché sia di sinistra (anche se non nascondo simpatie rosseggianti), quanto perché è un politico con un’integrità. Per me  in questo momento non è importante tanto riportare la sinistra al governo, quanto riportare la politica ad una dimensione etica. E lui…beh…ha la faccia giusta. Di sicuro oggi. Grazie Giuliano, davvero. Mi hai ridato un po’ di speranza.

P.s. ecco…magari vediamo anche di raggiungere il quorum e far vincere quegli importantissimi 4 SI’ al referendum del 12/13 giugno. Sarebbe un segnale davvero fortissimo.