Ma che è il boom di ricerche correlate a “Oppio sulle nuvole” di ieri? E com’è che ultimamente sembra diventato gettonatissimo il voto plurimo?
Cmq, dato questo prologo completamente inutile ed insensato, volevo dire la mia sul famigerato articolo apparso su Libero a firma Camillo Langone, quello intitolato, più o meno, “Togliete i libri alle donne e torneranno a fare figli”. Premetto che non ho letto l’articolo e non ho alcuna intenzione di farlo, visto che dell’opinione di uno che scrive su tale giornale me ne frega veramente poco, va bene il pluralismo, ma anche un minimo di selezione mi sembra doveroso! Allora, viene giustamente da chiedersi cosa cavolo lo tiro in ballo a fare, se nemmeno gli ho dedicato 5 minuti della mia attenzione…beh, in realtà volevo semplicemente usarlo come pretesto per parlare del tema che il titolo del suo articolo suggerisce.
Ultimamente mi è capitato di leggere almeno una decina di blog “femministi”: di mamme in carriera che rivendicano il loro ruolo sia in società sia in famiglia, di donne che si lamentano di uomini egocentrici e pressapochisti, di ragazze che si disperano perché trovano in giro solo stronzi. Ora, io questo qualunquismo femminista, quest’ottica del maschi vs. femmine che ci hanno inculcato in testa in ogni modo, non riesco a digerirlo, non posso sopportarlo. Che poi questo fondamentalmente non centra nulla con quello che volevo dire in origine, ma serve almeno a dare un’idea generale, una volta di più, di che orrenda persona sono.
Tornando al tema della discussione, io sono perfettamente d’accordo col titolo dell’articolo del sig. Langone. Mi sembra un dato di fatto quantomeno oggettivo che l’ingresso sempre più massiccio delle donne nel mondo del lavoro, nelle università, nella politica, registrato negli ultimi decenni del Novecento, abbia portato ad un decremento delle nascite. Mi sembra, inoltre, evidente che spesso siano le extracomunitarie, tendenzialmente “sottomesse” al marito e poco scolarizzate, ad avere le famiglie più numerose. Mi sembra lapalissiano che una donna in grado di realizzarsi “fuori casa” non voglia passare la vita cambiando pannolini per 6, 7, 8 ecc. figli. Insomma, anche se è brutto dirlo, oggi molte donne fanno cose più rilevanti che sfornare marmocchi.
Noi italiani viviamo in una società in cui la donna è circondata dall’aura mistica di “angelo del focolare”, leggevo o guardavo in tv, non ricordo bene dove, che all’estero la donna italiana è vista come una creatura dalla tette enormi, i fianchi generosi con annodato un grembiule, sempre ai fornelli che sforna manicaretti per il maritino ed i suoi pargoli. Io resto fermamente convinta che per quanto siano orrendi gli stereotipi, se esistono vuol dire che un fondo di verità c’è. Poi non c’è da stupirsi degli exploit di certi personaggi più o meno politicamente schierati, che se ne escono con queste vaccate. Nell’immaginario collettivo la donna italiana rimane ancorata ad una visione patriarcale di stampo fascista e all’onnipresente tradizione cattolica.
Ma in fondo non è nemmeno questo il punto. La verità è che l’avvento della cultura “per le masse” ha aperto gli occhi anche alle giovani ragazze italiane, hanno scoperto che c’è tutto un mondo anche fuori dalla loro cucina, per cui nella vita non c’è solo essere una buona moglie e madre, ma ci si può realizzare anche in società e sul lavoro, si può contare qualcosa anche al di fuori della famiglia. E per forza di cose questo si riflette sulla natalità, è un po’ la scoperta dell’acqua calda. Conciliare casa e lavoro è un’impresa in cui si cimentano sempre più donne, che non possono minimamente pensare di avere 4 o 5 figli, semplicemente non ne hanno il tempo e probabilmente spesso non avrebbero nemmeno i soldi per garantire a tutti loro determinati standard. Quella degli standard di vita oggi sarebbe un’altra digressione interessante, ma non in quest’occasione. Forse è vero che c’è meno propensione al sacrificio, meno disponibilità alla rinuncia, ma non mi sembra così sconvolgente in questa società del “tutto e subito”. Insomma, perché questa possibilità dovrebbe valere per gli uomini e non per le donne?
Infine, mi chiedo dove stia il “male” in tutto questo. Insomma, la popolazione mondiale ha passato i 7 miliardi, dove diamine sta il problema se le italiane fanno meno figli? E’ proprio così necessario che ci si riproduca come i conigli per salvaguardare il popolo italiano? Non è che siamo portatori di chissà quali grandi virtù eh, anche perché nella nostra penisola nel corso dei millenni da qui è passato un po’ chiunque, quindi di base il cosiddetto “popolo italiano” ha un corredo genetico abbastanza “bastardo” (nel senso di non puro). E poi, in un mondo affaticato, in cui si vive sempre più a lungo, in cui i ritmi sono sempre più frenetici, è poi così un male se ci sono famiglie meno numerose? E’ così una male se alcune donne decidono di non avere figli? Io personalmente non credo. Fermo restando che la maternità rimarrà per sempre un valore imprescindibile all’interno della società, fermo restando che il “desiderio di maternità” (nel bene e nel male) resta una pulsione primaria della donna, fermo restando il diritto di essere contemporaneamente madri e lavoratrici, mi chiedo davvero se sia un male che attualmente le donne stiano diventando un po’ più persone ed un po’ meno mamme.
Io che, ripetiamolo, sono una personale orribile proporrei uno slogan: più cultura e meno marmocchi, più libri e meno pannolini.