Archivi del mese: ottobre 2016

Porto

Chi l’avrebbe mai detto che in tempi relativamente brevi avrei effettivamente iniziato a scrivere il “reportage” sul mio viaggio in Portogallo. Non aspettatevi troppi dettagli, ma forse potreste recuperare qualche informazione utile se decideste di visitare Porto e Lisbona. Visto che qui mi pare diventi lunga, spezzerò in due post: uno per ogni città.

Partenza da Orio al Serio e atterraggio a Porto. Comodissima la metro proprio sotto all’aeroporto, dove alla biglietteria automatica dovete obbligatoriamente fare la tesserina magnetica ricaricabile (mi sfugge il prezzo esatto, ma mi pare fossero 50 cent) e “caricare” la tratta desiderata. Un modo veloce ed economico per raggiungere il centro. Avevo prenotato su Airbnb nel quartiere Lapa, in un vicolo proprio dietro la Igreja de Lapa. Se siete amanti dei cimiteri monumentali, quello dietro la chiesa merita davvero una visita: ha delle cappelle funebri che sembrano uscite da un racconto di Edgar Allan Poe.

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Da lì comunque in circa un quarto d’ora a piedi si raggiunge la piazza sulla quale si affaccia il Municipio della città di Porto. Lungo il tragitto non mancano le opportunità per fare colazione a prezzi decisamente abbordabili. La strada è in leggera discesa, questo significa, ovviamente, che al ritorno dovrete fare un po’ di salita, ma se vi spaventano i saliscendi il Portogallo non va per noi, perché lo stesso “problema” si ritroverà a Lisbona.

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La città non è particolarmente grande e si può tranquillamente visitare in un weekend, le attrazioni principali sono la Cattedrale (Sè), la Estação de São Bento coi suoi interni magnificamente decorati con le azulejos e lo spettacolare ponte Dom Luis, che unendo le due sponde del Douro permette di raggiungere Villa Nova de Gaia, parte della città famosa soprattutto per le cantine del celeberrimo e omonimo vino. Restando ancora su questo lato del fiume troviamo la libreria Lello e Irmao, alla quale J. K. Rowling (che ha insegnato inglese in Portogallo) si è ispirata mentre scriveva Harry Potter, con la sua scala dalla strana forma ad elica. Per entrare bisogna fare un biglietto che costa 3€ in un “baldacchino” dall’altro lato della strada. Personalmente la trovo un pochino sopravvalutata, ma merita una visita, se non altro per togliersi lo sfizio.

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La sponda del fiume è dominata dalla Torre Dos Clerigos che svetta sul panorama della città.

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Più in basso troviamo forse il quartiere più caratteristico di Porto, Ribeira. Si trova in prossimità del ponte Dom Luis e sorge proprio sulla sponda del Douro, acquisendo la magia tipica dei quartieri che si specchiano nell’acqua. Alla “caciara” dei turisti seduti nei ristoranti  sulla riva, preferite un giro tra gli stretti vicoli che si nascondono lì dietro.

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Perché la vera magia di Porto sta proprio nelle case a volte sbilenche e malandate, nelle lamiere traballanti, nel senso di “‘sticazzi” che pervade una città alla cui anima sembra fregare davvero poco dell’essere turistica. Ed è l’aria che si respira in vincoli come questi a renderla un posto nel quale vale la pena semplicemente perdersi tra le vecchie abitazioni almeno un paio d’ore.

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Ma non si può parlare di Porto senza citare l’omonimo vino. E allora andiamo sull’altra sponda del fiume Douro, a Villa Nova de Gaia, come vi dicevo prima. Disseminati per la città trovate delle “torrette” che fungono da mini ufficio turistico dove è possibile comprare dei pacchetti con le varie cose da visitare in città. Io ho fatto quello 2 cantine con degustazione+funicolare, che mi pare costasse 8€. Avevo visitato le cantine Florio a Marsala qualche anno fa e in proporzione qui il gioco non vale la candela. Il costo è tutto sommato contenuto, vi danno un assaggio del loro vino, ma la visita alla cantina vera e propria non è particolarmente interessante, soprattutto per quanto riguarda le cantine Cruz, che sono fondamentalmente un bar con dei video sulla produzione del vino. Più interessante invece l’altra cantina del “pacchetto”, di cui mi sfugge il nome, mannaggia a me, e che non sono riuscita a recuperare su internet. Le foto comunque si riferiscono a questa seconda location. Estremamente trascurabile da un punto di vista paesaggistico la “cabinovia” che ha semplicemente lo scopo di riportarti dalla riva del fiume alla parte alta del ponte Dom Luis.

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Ciò che ricordo con più piacere della due giorni a Porto comunque è stato il viaggio sullo storico tram 1 Infante – Passeio Alegre, che partendo dal centro città, davanti al Palacio de Bolsa, in circa 20 minuti di tragitto, arriva fino ad un faro sull’oceano. Il biglietto lo fate direttamente in carrozza, andate e ritorno mi pare siano 5€ a persona.  Nelle foto vedete i due capolinea.

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Io poi ho una particolare passione per i fari, nata credo al Mull of Galloway in Scozia nell’ormai lontano (credo) 2007 e notevolmente nutrita durante il viaggio in Bretagna e Normandia del 2011. E poi c’era la nebbia. Io adoro la nebbia. Peccato non avessi voglia di fare un post l’anno scorso in novembre quando sono tornata dalla “full immertion” linguistica di York, perché lì  è stato davvero spettacolare.

faro-sulloceano

io-sulla-nebbiaa

Ordunque, così si conclude la prima parte del resoconto di viaggio. Spero di scrivere di Lisbona tra qualche giorno.