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Aggiornamenti rapidissimi per i pochi a cui interessano

Come da titolo insomma…cose random successe nella mia (irrilevante) esistenza negli ultimi tempi. Procediamo con elenco numerato che fa blogger (?!) figo:

  1. 21/5/17 Ho raggiunto una nuova decina, ovvero ho compiuto i fatidici 30 anni di vita, “festeggiandoli” sommessamente a Bologna al Caffé Olè (da Linda) in porta Mascarella, piccola tradizione dell’ultimo triennio.  Che in realtà non è esattamente vero, perché ero lì la sera del 20, allo scoccare della mezzanotte ero in auto col mio amicone che andavamo verso casa sua in Riviera Romagnola. Il giorno del genetliaco ho fatto 2h di treno per arrivare in Emilia da Tatolo, per celebrare la mia “vecchiezza” anche con lui.
  2. 17/6/17 I-days di Monza per il concerto dei (quasi) Blink 182 e Linkin Park. Siamo arrivati che iniziavano a suonare i Sum 41 (non ho idea di chi ci fosse prima :D), dopo una fila assurda sotto un sole delirante e in mezzo a un polverone da Far West. Decisamente impattante sentire live gli inni della mia adolescenza cantati da qualcuno che non fosse il vero, detestabile, tragicamente inimitabile Tom Delonge; resa live sicuramente migliore con Matt Skiba alla voce (Skiba che ricordiamo io apprezzo moltissimo per gli Alkaline Trio), ma che vi devo dire…per me era tutto troppo strano. I pezzi dell’ultimo disco California invece una resa live pazzesca. I Linkin Park, che onestamente non ho mai seguito, una presenza scenica e una potenza vocale da panico. E alla luce dei tragici eventi successivi, sono felice di aver sentito Chester Bennington dal vivo prima del suo suicidio. Al di là dell’aspetto prettamente musicale, vi inviterei a leggere le recensioni dell’evento sulla sua pagina Facebook, perché davvero location e logistica del concerto sono stati una cosa oltre i confini dell’assurdo. Mai più Monza e w l’I-day all’Arena Parco Nord di Bologna!
  3. 18/7/17 Poi, ringraziando l’Orologiaio Cosmico, anche giugno è finito in archivio ed è giunto luglio, mio ultimo mese di lavoro, di quel posto che se mi leggete assiduamente…avete capito. Ultimo mese per “colpa mia”, calcolando che ho deliberatamente rifiutato la proroga al 31 agosto, che sarebbe in ogni caso stato il termine ultimo del contratto. Ma queste sono pippe, era solo per dare completezza di informazioni. (Sono una brutta persona). In ogni caso, la data riportata ad inizio del punto 3 riguarda il concerto dei Biffy Clyro a Rimini, per cui vale ancora e di più il post adorante di febbraio, con l’aggiunta che questa volta Simon Neil ha cantato una versione acustica da brividi di God&Satan e io ho quasi pianto. Aggiungerei anche che questa volta ero decisamente più vicina 😀 Primo gruppo spalla locale non l’ho visto, sono arrivata che stava finendo, You me at six notevoli live come energia, ma dopo le prime 3/4 canzoni un po’ ridondanti a mio parere. E niente, viva la Scozia e mon the Biff!biffy intro @rimini
  4. Ultima settimana di luglio Ho sfidato la torrida estate emiliana, questa volta io e Tatolo anziché fare soltanto i divanati ci siamo concessi una gita a Fontanellato, per esplorare il labirinto ideato da Franco Maria Ricci. A dirla tutto l’ho dovuto quasi costringere, ma ero davvero curiosa di vederlo! E’ decisamente caro, 18€ per visita alla collezione (che francamente meh…) e labirinto non è sicuramente un prezzo stracciato, ma per una volta vale la pena, perché è una cosa da vedere.labirinto.JPGDopodiché, percorso opposto a quello del mio compleanno e rotta verso la Romagna, dove il 29/7/17 ho partecipato alla Rimini Summer Pride, con il solito amico ormai storico. Ce lo eravamo ripromessi da qualche anno e finalmente ne abbiamo avuto l’occasione. Esperienza sicuramente gioiosa e piacevole, alla quale sono felice di aver preso parte.atei.JPG

In mezzo a tutto questo ho lavorato nel delirio di un ufficio con carenza devastante di “quote azzurre”, ferie concesse a caso, pratiche che si ammucchiano, colpi bassi, incompetenza generalizzata e senso di menefreghismo a condire il tutto; tuttavia, ciò è estremamente noioso e preferisco sorvolare. Last but not least, domani parto per le ferie e se sono brava prima o poi su queste pagine troverete un post sulle capitali baltiche.

Biffy Clyro@Padova 7/2/2017

L’ultimo post portoghese non me lo sono dimenticato, è che sono abulica in modo (forse) più pressante del solito. E’ una vita che non finisco un libro, in realtà sono arenata nella lettura di 1984 in inglese, ma in generale ho poca voglia. Negli ultimi mesi ho seguito e sto guardando una serie di telefilm, non solo recenti, dei quali potrei anche pensare di parlare, giusto per tenere in piedi il blog, visto che i cavolacci miei in senso stretto sono ripetitivi e interessanti quanto il placido pascolare dei bovini sui pendii montani. Tra l’altro nemmeno so perché mi sto giustificando, ma bando alle ciance.

In questo grigiume cosmico, martedì della scorsa settimana sono riuscita a convincere il mio migliore amico ad accompagnarmi a vedere i meravigliosi Biffy Clyro. Ed è stato bellerrimo! La cosa che ti fa apprezzare di avvicinarti a lunghi passi ai 30 anni e che finalmente ti ritrovi ai concerti da adulti, con gruppi che hanno alle spalle almeno 5 album e che possono reggere una scaletta di quasi due ore! Gruppi con un pubblico tra il quale non dico che abbassavo l’età media, ma quasi. Gruppi con una voce, una carica, un’identità e la personalità per reggere il palco con un’energia stratosferica.

Mi sono innamorata dei Biffy col loro disco Only revolutions, del 2009 o giù di lì. Ho recuperato poi i loro lavori precedenti e poi non li ho più mollati. Il modo in cui riescono a coniugare una carica musicale incredibile e i testi “filosofici” di Simon Neil è spettacolare. E diciamocelo, lui è pure bello da paura. No, dico, ma avete visto la loro partecipazione a Sanremo e quanto era meraviglioso?

simon-neilsanremo

La scaletta del concerto è la seguente:

Wolves of Winter
Living Is a Problem Because Everything Dies
Sounds Like Balloons
Biblical
Victory Over the Sun
On a Bang
Opposite
Bubbles
57
Friends and Enemies
Black Chandelier
The Captain
Re-Arrange
Herex
Medicine
Glitter and Trauma
Mountains
In the Name of the Wee Man
Flammable
That Golden Rule
Many of Horror

BIS

Machines
Animal Style
Stingin’ Belle

ed è stata portata avanti con poche pause in maniera assolutamente egregia.  Io ero presissima e adorante e alla fine pure il mio amico, che era lì per farmi un piacere, ha apprezzato questo meraviglioso trio di scozzesi. E sono stati talmente convincenti sul palco che ho perdonato loro pure la mancanza in scaletta di God&Satan, che in ogni caso spero prima o poi di veder eseguita live. E niente, se vi capita andate a vederli, amateli, ascoltateli e fangirlate potentemente Simon Neil come faccio io.

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(Volevo caricare il video di un pezzo di Opposite, ma WordPress mi fa presente che sono un’utente pezzente e quindi vi beccate solo l’unica foto decente che sono riuscita a fare).

Anni che passano e cose che a volte ritornano…

Erano parecchi parecchissimi mesi che non loggavo su WordPress. L’inedia ha preso il totale possesso della mia esistenza e dal criptico post del 30 luglio di praticamente un anno fa, non è che sia successo poi granché… La vita scorre pigra e lenta, coi suoi lunghi momenti di deleterio piattume e i brevi sprazzi che ti tengono ancorato ad un barlume di sanità mentale. Così, piccolo aggiornamento personale, se a qualcuno dovesse importare: nel frattempo NON mi sono sposata (:D), NON mi sono trasferita (:\), NON ho trovato un’occupazione stabile (;O), NON ho contribuito all’aumento del sovraffollamento del globo (:P). Ah, però sto ancora con Tatolino ❤

Però ecco, stanno QUASI succedendo cose. Nel senso che lo scorso autunno, dopo lo strano luglio all’estero e un agosto in ferie, mi sono infilata in quel magico tritacarne che è la Garanzia Giovani, il simpatico programma statale per i giovani dai 18 ai 29 anni. E dopo rimbalzi di uffici, colloqui, code, corsi, mail e puttanate assortite, a distanza di tipo 10 mesi da quando mi sono registrata sul portale (sig!), settimana scorsa ho iniziato uno stage che potrebbe quasi essere figo e sensato per quanto riguarda la mie “ambizioni” lavorative.

E poi, visto che su questo blog se n’è parlato  anche in passato, volevo dire che sono stata a due concerti in tempi più o meno recenti: i Placebo il 20 maggio all’Arena di Verona ed i Libertines al Fabrique di Milano sabato scorso. Avevo già visto Brian Molko e Stefan Olsdal al Castello Scaligero a Villafranca, quando alla batteria c’era Steve Forrest. E devo dire che pur essendo stato un buon concerto in una location meravigliosa, in cui non ero mai stata, il cambio di batterista, o forse anche gli anni che avanzano, si sono fatti sentire.

I Libertines invece sono stati decisamente impattanti. Un concerto come questo, così come lo sono stati i Blink 182, è prima di tutto un viaggio dell’anima, poi un’esperienza musicale. Perché sono più vicini ai 40 che ai 30 e sembrano ancora un adorabile gruppo di coglioni scapigliati che fanno le prove in garage. Perché sono dei cazzari. Perché sono sensibile agli stereotipi romantici e alle relazioni disturbate e vedere Pete e Carl dividersi un microfono è meraviglioso. Perché adoro la musica semplice e secca. Perché l’alone di “belli e dannati” ha su di me una presa da bimbominkia di cui quasi mi vergogno. Ma soprattutto perché live certe canzoni fanno venire letteralmente i brividi. Up the bracket mi ha esaltato live da pazzi, così come mi ha esaltato dal primo ascolto, così come continua ad esaltarmi e così come mi esalterà domani. L’apice per la sottoscritta comunque è stata You’re my Waterloo, dove è quasi scesa la lacrimuccia. Immensi.

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P.s. John Hassall è dietro la colonna…tipo era imbullonato lì, visto che si è mosso pochissimo 😀

Random feelings

Non credo di essere ancora pronta a metabolizzare e mettere per iscritto quello che è stato tra il 27 giugno e il 24 luglio. Credo di essere ancora emotivamente provata, turbata e parzialmente in lutto, per il tritacarne emotivo che ho passato. Nel frattempo, la canzone che fa da colonna sonora a questo mio peculiare momento esistenziale.

Bastille (Milano 22/03/13)

E’  un po’ che non scrivo di musica. In realtà è un po’ che non scrivo e basta, ma tendenzialmente lo faccio per lamentarmi e al momento, strano ma vero, non mi sento particolarmente lagnosa. Aggiorno il blog per sottolineare un piccolo/grande highlight della mia monotona vita recente. Sabato scorso sono stata a Milano, al Forum di Assago a vedere i Bastille.

Le vicende di questo concerto in realtà hanno inizio l’11 febbraio. Io ed una mia amica in quella data ci rechiamo in un punto vendita TicketOne per comprare i biglietti. La fortuna ci è avversa è nel negozio, quel pomeriggio, stavano effettuando lavori di manutenzione alla linea e quindi era impossibile accedere al circuito ed effettuare l’acquisto. Non perdendomi d’animo, vado da MediaWorld, dove assisto a divertenti scene di delirio tra una coppia di installatori e il responsabile di reparto. Non so bene come si sia conclusa la faccenda, perché poi è finalmente giunto il mio turno al banco TicketOne. A quel punto, il simpatico (e parecchio carino :D) ragazzo che mi sta di fronte mi comunica che non sono più disponibili biglietti per i rivenditori e di provare magari a prenderli online direttamente dal sito. Io resto basita, perché la mattina avevo preventivamente controllato la disponibilità e il “semaforo” era verde. Tornata a casa, mi trovo la notizia del sold-out e l’annuncio delle tre date estive.

Ma…se la faccenda si fosse conclusa così, non ci sarebbe questo post. E quindi, armata di santa pazienza, mi sono lanciata nell’ardua impresa di recuperare biglietti per me e i miei amici. Un po’ per culo, un po’ per tenacia, un po’ (molto in realtà) per Twitter e soprattutto grazie alla preziosa mediazione di Bastilleblog sono riuscita a reperire ben quattro biglietti.

Flash forward fino al 22 marzo. Per la recensione del concerto e la scaletta vi rimando al blog di cui sopra, io aggiungo solo alcune considerazioni personali. La prima negativa, riferita all’organizzazione. Come precedentemente dicevo, l’11 febbraio è stato dato l’annuncio ufficiale del sold-out, in concomitanza con quello delle tre date estive. Quale non è stata la mia sorpresa, quindi, nel vedere che l’anello superiore delle tribune del Mediolanum Forum non era accessibile, bensì era chiuso con dei teloni. A fronte di una capienza di 13.000 e rotti posti, i presenti ad Assago erano poco meno di 10.000, il che personalmente mi è sembrato parecchio strano, visto che il FINTO sold-out era stato annunciato ben 40 giorni prima della data del concerto. Parlando un po’ in giro l’idea che ci siamo fatti è che, per non influenzare negativamente le vendite delle date estive, siano stati limitati i biglietti dell’appuntamento di Milano. Il che, francamente, mi pare un’idea abbastanza idiota, visto l’impatto incredibile che hanno i Bastille in questo momento. Il fanatismo che circonda la band, per certi versi, un po’ mi lascia perplessa, visto l’isterismo che mi è capitato di leggere per i 4 ragazzi inglesi. Sarà che ho quasi 27 anni, ma certe esternazioni da fandom (parola che ho mio malgrado imparato recentemente) bimbominkiesco mi sembrano abbastanza strane, soprattutto riferite ad un gruppo che, personalmente, non mi sembrava così incline alle urla di ragazzine in fregola. Mi fa sempre un po’ strano trovarmi ad un concerto con adolescenti accompagnati dai genitori, sarà perché i concerti ai quali sono andata con mia madre erano di gruppi che comunque piacevano anche a lei e in ogni caso io avevo già più di 18 anni. Insomma, i miei non si sarebbero mai sognati di spendere tempo e soldi per portarmi ad un concerto di cui non fregava loro nulla, quando avevo magari 14 o 15 anni. Sarà che sono vecchia dentro, ma penso che certe esperienze vadano fatte in un’ottica un pochino differente. Poi…ovviamente ognuno fa quel cazzo che gli pare, ci mancherebbe, just an opinion! La cosa che più mi ha lasciato basita in ogni caso è stata la bambina, avrà avuto 8 anni, che avevo seduta dietro. Che cazzo ci faceva una bambina di 8 anni a un concerto di quel tipo?! A un certo punto era seduta con l’aria di chi avrebbe preferito essere a casa a guardare una puntata delle Winx.

Ma passiamo alle (TANTE) cose belle…Partiamo da…DAN SMITH.

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Quest’uomo è un qualcosa di altamente ormonale. Come ho avuto modo di dire sabato, “mi scoperei la sua voce”. E mica solo quella in realtà, perché oltre a un timbro meraviglioso e a un accento di quelli che mi fa andare in fregola, è pure parecchio carino e ha quella carnagione da albionico che mi fa uscire dai gangheri. E il modo in cui ha fatto ciao con la manina al pubblico, i suoi timidi tentativi con l’italiano, il suo costante ringraziare mi hanno dato l’idea di un ragazzo estremamente umile e timido. A tratti pareva quasi stupito che quella gente fosse lì per il suo gruppo, per ascoltare le sue canzoni, per lasciarsi cullare dalle melodie uscite dalla sua testa. E davvero dal punto di vista interpretativo, musicale e compositivo, non mi viene altro da dire che TANTA, TANTA, TANTA ROBA! Stavo pensando se ho avuto una canzone preferita, ma in realtà non me ne viene in mente una in particolare, ogni brano era il pezzo di un puzzle che si incastrava perfettamente con gli altri. Mi piace un sacco anche il modo che ha di stare sul palco, perché in realtà si muove come uno che non sa bene cosa fare e l’effetto vagamente grottesco ti fa volergli ancora più bene. Il “bagno di folla” durante l’esecuzione di Flaws poi mi ha colpito parecchio: non è cosa da tutti i giorni vedere uno che salta giù dal palco e si fa il giro del parterre circondato da un’orda urlante continuando imperterrito a cantare! Altra cosa che mi piace moltissimo di questo gruppo è l’uso che fanno delle percussioni, l’effetto live è davvero notevole!

Ora, la data del 25 luglio a Ferrara mi tenta davvero molto. In realtà non sono così convinta di riuscire ad andare, visto che se tutto va come dovrebbe/parrebbe il giorno prima torno da un mese all’estero (racconterò, forse, quando la cosa avrà preso un po’ più forma). Boh, vedremo…mi piacerebbe un sacco.

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10 years

Vorrei scrivere un post su quanto faccia contemporaneamente sia male, sia bene incontrare persone alle quali non si abbia voglia di aprire la testa con un’accetta. Ma…al momento scrivo da tablet e per quanto sia funzionale per gli scritti brevi, riportare pensieri complessi da una tastiera “digitale” fa schifo. E allora questo è un altro di quei post abortiti prima di nascere. O forse se vedessi un po’ più persone che non mi suscitino disprezzo a pelle potrei scrivere di più…che mica una si può lagnare sempre! Potrei invece…insomma…il blog è mio e faccio quel che mi pare. In ogni caso, poiché, come sperimentato più e più volte, WordPress e iPad sono un binomio pessimo (o forse sono io, ma chissenefrega), la faccio breve.

Cazzeggiando inutilmente su Facebook nel cuore della notte, ho scoperto che i Blink 182 sono in giro per  gli USA a suonare tutto il loro self-titled album per celebrarne l’anniversario. Insomma, dall’album con lo simile sono passati 10 ANNI!!!  Ci sono un sacco di cose a ricordarci costantemente che il tempo passa (per fortuna non c’è ricambio politico…sennò sarebbe peggio! Just kidding, of course), ma ovviamente ognuna sortisce un effetto più o meno intenso a seconda del legame che abbiamo con essa. Per me, “delongiana” convinta da più di metà della mia vita, questo è un primo, grande indice di anzianitudine. Più traumatico ancora dell’assurdo disco celebrativo per i 20 anni (20 anni!!!!) dall’uscita di Hanno ucciso l’uomo ragno. È trascorsa una decade dall’album “della maturità” del gruppo che ha cambiato la percezione musicale di una me non ancora adolescente. Passare dalla prima alla seconda metà dei 20 anni è turbante. Soprattutto considerando quanto spesso ancora io mi senta la 13enne psicolabile che ascoltava Enema of the State nel lettore cd. Che ansia!

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The perks of being Mrs. Macabrette

Settimana del cinema a 3€. Che io definisco sbrigativamente così, ma sicuramente ha  un nome fichissimo. Il succo è che alla fine vai al cinema e paghi 3€, che conta è questo, no?!

E allora ieri, un po’ che sono leggermente bimbaminkia, un po’ che sono più sentimentalona di quanto sembri, un po’ che le storie di ragazzini introversi mi piacciono, sono andata a vedere “The perks of being a wallflower” aka “Noi siamo infinito”, grazie alla meravigliosa traduzione che ci regalano in italiano (che li possino…).

La trama del film, manco a dirlo, è di una banalità disarmante. Sarà che ho 26 anni (ma quante volte lo dico in questo periodo che ho 26 anni? E tra l’altro, non ancora compiuti…), ma insomma…qualcosina di un pochino diverso lo si poteva inventare. Vabbè che c’è poco di originale nell’essere adolescenti in se. Ah, io il libro non l’ho letto, l’ho solo visto in una libreria a Londra (ma quanto fa fico dire “l’ho visto in una libreria a Londra? xD) dove ho passato 2 ore perché fuori c’era un vento maledetto e aveva una copertina carina.

Ma al solito sto divagando. O forse no. Perché poi verrebbe da chiedersi divagando rispetto a cosa e io non saprei che dire. Direi che mi va di scrivere per il gusto di farlo. Poco importa comunqe. Dicevo…I personaggi sono invece abbastanza riusciti, soprattutto i tre protagonisti, ma anche il cast nel complesso. E anche quelle frasi fatte da giovanotto poco convenzionale, anche se alla fine puzzano un po’ di Baci Perugina, ti fanno sempre ripensare al tuo essere “cipollina sott’aceto nella macedonia di frutta” e ti strappano un sorriso,

Eppure non è nemmeno questo il punto. Perché anche con dei personaggi come Charlie, Sam e Patrick e con qualche citazione che calza a pennello sulle Smemo (mai avuto una Smemoranda in vita mia in realtà) dei liceali d’oggi questo film sarebbe ampiamente dimenticabile. Solo che quando infili in una delle scene più significative del film una canzone come Heroes di David Bowie…beh, allora le cose cambiano. E se poi infili gli Smiths…Insomma, per quanto possa essere una commediola con poche pretese anche 500 giorni insieme diventa una film di cui parlare, quando Tom (che tra l’altro è Joseph Gordon-Levitt, quel gran figo del Gordon-Levitt, mica pizza e fichi!) si mette ad ascoltare There’s a light that never goes out.

In estremissima sintesi, questo post alla fine è una “scusa” per pubblicare Asleep 🙂

Concerti #3

Oggi sono un po’ meno ricca, ma ho comprato (da sinistra a destra) i biglietti per i Blink 182 a Milano il 3 di luglio, il biglietto per l’I-day a Bologna il 2 settembre e i Killers (vabbè, l’A perfect day festival) a Villafranca il 31 agosto. Very well!

Blood for Poppies – Garbage

A 7 anni dall’uscite del precedente Bleed like me il nuovo album dei Garbage, intitolato Not your kind of people. Il primo singolo tratto dall’album è Blood for poppies. Era una settimana che sentivo la canzone, che già adoravo, alla radio in ufficio e non riuscivo a capire di chi fosse. Poi la scoperta…

 

To lift the sun,
I’ve been sitting here all night long
Rolling rock, over Buddah with the longhorn
Got a hole, rip a pocket off my uniform
With the black watch boys
Get your heads down
Oooh
Duty calls, but it’s way too late
I’m too far gone
Waiting for God, oh hell
With my pants down
Crack the stash
Then be quiet in the midday sun
I miss my dog, and I miss my freedom
Ooh ooh oohh

I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right
I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right

I hate the things I think about you
When I’m all alone
I know you’re tough
But I’ve been gone
For so long
Play the memories of you
Inside my head
So all these pictures of us
Burn and radiate
Watch the clouds, and I’m falling
Falling through the cracks
Head beats
And my heart is pounding fast
Off the ground
Into the starry dark, into your arms
I’m falling
Ooh ooh oohh

I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right
I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right

I pray my body’s right
I’ve got to stay alive
I’ve gotta take a chance and keep on moving
Keep on moving

I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right
I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right

I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right
I don’t know why they are calling on the radio
They know i’m here just out of sight
I don’t know why they are calling on the radio
It’s by my side, and I know i’m right

E comunque…ma quanto è figa Shirley Manson? Mai messo in dubbio la mia eterosessaualità, epperò Shirley Manson è davvero una gnocca da paura. 

Concerti #2

Mentre le speranze per i Blink 182 il 3 luglio  a Milano sono ancora in bilico, direi che per gli altri due concerti del luglio meneghino c’è poco da fare: non c’è nessuno che venga con me. Però…sul fronte concerti ci sono due buone notizie: (quasi) sicuramente andrò a vedere

  • The Killers, 31 agosto, Castello Scaligero di Villafranca di Verona

Ah…in teoria dovrebbe essere nell’ambito dell’A Perfect Day Festival (i giorni successivi suonano come headliner rispettivamente i Franz Ferdinand, che non mi piacciono, e i Sigur Ros, che volevo vedere, ma non posso per il motivo  riportato qui sotto), quindi oltre a loro dovrebbero esserci anche altri gruppi.

  • Independent Days Festival, 2 settembre, Arena Parco Nord di Bolgna

Che dei Green Day me ne frega fino ad un certo punto, degli Angels&Airwaves live nella vita credo di poter fare a meno…ma porca puttana, è dal bidone che mi hanno tirato per l’edizione del 2005 che io attendo di vedere live Mike Ness e soci! Quindi, speriamo.

Dopodiché, postilla sul “resto”: sono in uno stato mentale abbastanza orrendo, uno di quelli in cui mi vien voglia di scavare un tunnel e sbucare chissà dove. E’ uno di quei periodi da “anywhere but here”. Come sempre passerà, senza che nulla cambi. E’ che forse non sto male abbastanza e il non star bene non è sufficiente a portare al cambiamento. A parte questo, tra una settimana inizio il Servizio Civile in una rivista che si occupa di storia e cultura locale. Non che sia il top della mie aspirazioni, ma quantomeno è un’occasione per far esperienza e portar via competenze utili in ottica futura. Ah…e giusto perché il mio nickname deriva da una loro canzone, vorrei far presente che mi dissocio dalla partecipazione degli …A Toys Orchestra al programma di Fabio Volo. Una volta ho anche provato a guardarlo, proprio per vedere loro, ma è insostenibile: vuoto travestito da contenuto.